Le applicazioni e le implicazioni dell’Intelligenza artificiale tra rischi e opportunità, nei diversi settori: editoria, industria, finanza e healthcare. È stato incentrato su questi temi l’evento recentemente organizzato da Adnkronos per celebrare il 60esimo anniversario dalla fondazione dell’agenzia. Il punto di vista istituzionale, l’analisi settoriale, le case history aziendali sull’uso dell’Intelligenza artificiale sono state le linee guida del dibattito. Quello proposto dall’intelligenza artificiale è più di un salto tecnologico. Siamo di fronte a molteplici opportunità, in quanto l’impiego della IA migliora drasticamente la capacità di leggere i dati, consente di migliorare produzione e competitività e garantisce soluzioni innovative in ogni settore. Ma, ovviamente, comporta anche rischi, dalla tutela della privacy all’interazione tra le macchine e i lavoratori, alle ricadute per l’occupazione.
A fine 2022 l’industria AI valeva 435 milioni ed è in crescita del 32% dall’anno precedente
Davide Desario, Direttore dell’Agenzia ha aperto i lavori, sottolineando: «L’intelligenza artificiale è presente già da tanti anni nel nostro paese, ma in questo momento è sempre più vicina alle persone. Ormai dispositivi e programmi sono a disposizione di tutti, proprio per questo bisogna valutarne attentamente opportunità e rischi. Se da un lato per molti settori come agricoltura, informazione o salute può essere un cambiamento mastodontico, dall’altro lato bisogna porci dei dubbi per quel che riguarda il semplice cittadino, se venisse usata da qualche mente distorta per i suoi scopi». Al convegno ha preso parte, inoltre, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’Editoria, Alberto Barachini che ha posto l’accento sulle ricadute negative e positive dell’IA per il mondo dell’informazione: «Stiamo lavorando per dare tutti gli elementi di analisi su rischi e opportunità agli editori e al mondo dell’informazione per arrivare a delle linee guida che consentano al settore di difendersi dalle ricadute negative, anche sui livelli occupazionali. Solo il buon giornalismo, originale e creativo e soprattutto unico può essere un argine all’omologazione dell’intelligenza artificiale».
Un giornalismo originale e creativo come argine all’omologazione dell’intelligenza artificiale
Un Keynote speech di Maximo Ibarra, Ceo & General manager Engineering, ha introdotto l’analisi sulle ricadute per il mondo industriale. «A fine 2022 l’industria AI valeva 435 milioni ed è in crescita del 32% dall’anno precedente. Nel 2023 si prevedono 570 milioni, nel 2026 addirittura 1.2 miliardi. Per le grandi aziende il tasso di penetrazione delle AI si attesta attorno al 20%, mentre per le piccole-medie solo il 6%, per cui i margini sono ancora giganteschi. Di fatto l’AI è come un co-pilota che non si sostituisce all’uomo ma lavora al suo fianco. Stando al World Economic Forum nei prossimi 5 anni avremo il 60% di attività lavorative che oggi non esistono. Arriveremo a contare il 40% di ore lavorate supportate dall’Intelligenza artificiale».
L’Intelligenza artificiale è come un co-pilota che non si sostituisce all’uomo ma lavora al suo fianco
Ne hanno poi discusso Carla Masperi, Amministratore delegato Sap Italia, Alessandro Massa, CTIO, Cyber & Security Solutions Division Leonardo, Gabriele Provana, Responsabile Digital & Information Technology Governance & Strategy, ENI, Stefano Rebattoni, Presidente e Ad IBM Italia. L’intelligenza artificiale nell’Healthcare è stato l’oggetto del Keynote speech affidato a Francesco Gabbrielli, Direttore Centro nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità. «Nella vita di tutti i giorni l’AI può dare grande opportunità nella gestione dell’ottimizzazione delle risorse del SSN. Sulla pratica clinica è tutto in corso di sperimentazione. Sul piano della ricerca scientifica ci può dare già oggi grandi risultati nello sviluppo di nuovi sistemi di ricerca dei farmaci che sono sempre più complessi e nuove possibilità di studio della fisiologia e fisiopatologia attraverso l’uso di molti sensori da distribuire nell’ambiente oppure sui pazienti. Una persona ci metterebbe anni per fare questi calcoli e l’AI riesce a farlo in pochi secondi. Abbiamo di fronte una grande sfida ma anche una grande opportunità per la ricerca medica».