La Sicilia bombardata – La popolazione dell’Isola nella Seconda guerra mondiale (1940-1943) è l’ultimo libro pubblicato da Nello Musumeci per Rubbettino editore. Fin dalla copertina, titolo e sottotitolo lasciano poco spazio all’immaginazione, proiettando immediatamente il lettore in un testo di carattere storico, strutturato secondo un impianto divulgativo chiaro e semplice, che mostra apertamente i connotati del “breve saggio” (come lo definirà lo stesso autore nei ringraziamenti finali). L’intento storico si fonde indissolubilmente con le proprie origini, volendo ricostruire la storia di quella che per l’autore è la terra natìa e, allo stesso tempo, la storia di un popolo che si è trovato isolato ad affrontare la Seconda guerra mondiale.
La Sicilia è stata la prima regione a livello europeo ad essere coinvolta nel conflitto bellico
Procedendo nella lettura si scoprono particolari e dettagli relativi alla Sicilia che difficilmente si trovano sui manuali di storia scolastici. Per chi non lo sapesse, ad esempio, l’Isola non solo è stata la prima regione a livello europeo ad essere coinvolta nel conflitto bellico, ma è stata anche la prima a venirne fuori. Come spiega l’autore, «la Sicilia è l’unica regione italiana in cui la guerra di “liberazione” da parte delle forze angloamericane non trova alcuna facilitazione, alcun sostegno nell’antifascismo militante». Viene dedicato ampio spazio a questo particolare aspetto storico, dal momento che la guerra di liberazione in queste zone incontra fin da subito il sostegno dei mafiosi. Questi, infatti, si considerano dei bersagli del fascismo, dei “perseguitati” e proprio in virtù di tale malessere covano un odio profondo verso Mussolini e il suo regime. I mafiosi si dichiarano pronti a sostenere e a lavorare con le forze alleate, tanto che ancora oggi gli storici discutono su quale sia stato il loto ruolo nello sbarco e nell’occupazione dell’Isola da parte degli angloamericani.
Aspetti della vita, della società, dell’umore, delle diverse fasi storiche
La prima parte del testo ricostruisce alcuni degli aspetti e dei momenti cruciali della storia siciliana, scandendoli per date: per ogni anno (1940-1941-1942 e 1943) vengono individuati dei paragrafi con i quali si tratteggiano aspetti della vita, della società, dell’umore, delle diverse fasi storiche. Alcuni titoli sono emblematici ed eloquenti allo stesso tempo: dagli slogan (per lo più di stampo fascista: “Taci, il nemico ti ascolta!”, “Colpire le aree edificate!”, “Mussolini non c’è più!”), a semplici frasi che ricalcano il viver quotidiano come “Il cibo razionato”, “Il malessere degli operai”, “La sirena è la voce amica”, per citarne alcuni. In questi primi capitoli i titoli definiscono un climax discendente di sensazioni che permette di intuire, senza troppi giri di parole, quale fosse lo stato d’animo del popolo siciliano durante la guerra: “Dall’esaltazione alla fiducia”, “Dall’entusiasmo alla delusione”, “Dalla delusione alla rassegnazione”.
Nel rifugio antiaereo nasce una nuova realtà sociale, senza differenze tra diverse fasce sociali ed economiche
Il racconto si arricchisce attraverso testimonianze di spaccati della vita quotidiana, come quella dei rifugi antiaerei che diventano il centro cittadino. In questo luogo nasce una nuova realtà sociale, grazie alla livella della guerra che non fa differenze tra appartenenti a diverse fasce sociali ed economiche. Il rifugio antiaereo è un posto per tutti, borghesi e operai, donne, uomini, vecchi e bambini in maniera indistinta. Inizialmente la permanenza nel rifugio è di 2/3 ore, fino al cessato allarme; con l’intensificarsi delle incursioni inizia lo sfollamento di massa e molti prendono l’abitudine di passare tutte le notti in rifugio. Le città e i centri abitati si svuotano e con il passare dei mesi il rifugio stesso si trasforma: non più solamente un posto di ritrovo dove si fa la conta dei danni e delle morti, ma anche il luogo in cui si fa nascere una nuova vita, dove si consolidano amicizie e sbocciano nuovi amori. Sono sicuramente questi gli elementi che permettono al lettore di immergersi completamente nella realtà vissuta dalle persone colpite dalla guerra.
La narrazione di una Sicilia differente da quella che generalmente può essere letta sui libri di storia
Nella seconda parte la Sicilia viene occupata dalle forze angloamericane. La “festosa liberazione” – come la intitola l’autore – coincide per molti con l’idea di un ritorno alla normalità, con la speranza della fine di privazioni, fame, paura, morte; in parole povere, con il comprensibile sollievo di tutti quelli che vedono nell’occupazione anche una liberazione, ossia l’unico modo per porre fine alla guerra.
Il lavoro del Ministro Musumeci è sicuramente apprezzabile per la meticolosità con la quale vengono ricostruiti i giorni passati dai siciliani sotto le bombe. L’intento sembra quello di raccontare la storia da un punto di vista non considerato prima, dando di questa storia una lettura differente da quella che generalmente può essere letta sui libri di storia. E, in questo senso, è emblematica la citazione che apre il libro, a sottolineare come la storia stessa non sia un qualcosa di univoco ma, come in ogni cosa, anch’essa è il frutto di una visione parziale degli eventi e, dunque, può comprendere in sé punti di vista molteplici e sfaccettati: «[…] Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate, quelle dei vincitori diventano storia!» (Arrigo Petacco).