Matrimonio egualitario e adozioni. A che punto siamo?

Le unioni civili sono state introdotte nel nostro Paese dalla cosiddetta legge Cirinnà” (legge 20 maggio 2016 n.76) e sanciscono la convivenza tra persone dello stesso sesso. Ma, per quanto riguarda questo aspetto, l’Italia rimane l’unico paese dell’Europa occidentale a non prevedere il matrimonio egualitario, accessibile a tutti, a prescindere dal sesso dei contraenti.

Nelle unioni civili e all’interno delle coppie omosessuali, inoltre, la legge non consente l’adozione di figli. Solo recentemente è stato fatto un primo passo in direzione di una diversa apertura nel riconoscimento di situazioni ormai presenti e numerose, ma non regolate, all’interno della nostra società. In questo senso, la Cassazione è intervenuta con l’ordinanza n. 22179 del 13 luglio 2022 a sancire l’adottabilità di un minore nato con fecondazione assistita eterologa all’interno di una coppia formata da due mamme. In pratica, una delle partner ha adottato il figlio biologico dell’altra.

All’interno del nostro ordinamento, inoltre, anche l’adozione, da parte di single, ancora oggi non è possibile salvo alcuni casi particolari (ad esempio, nel caso di minore orfano di padre e di madre in condizione di handicap).

Su questi temi si è concentrata, anche nel 2022, una delle sezioni del Rapporto Italia dell’Eurispes. Va ricordato che l’indagine sui cosiddetti temi etici viene ripetuta negli anni e consente di osservare i cambiamenti sociali attraverso la rilevazione delle opinioni dei cittadini.

Il matrimonio “egualitario”

Nel 2022, secondo i dati dell’Eurispes, il 61,3% degli italiani si esprime a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, con un incremento di oltre dieci punti rispetto al 2019, anno in cui solo il 50,9% del campione si è detto favorevole rispetto a tale eventualità. Sulla possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono le donne ad esprimere posizioni più favorevoli: il 67,4% contro il 55,4% degli uomini.

Rispetto all’area politica di appartenenza dei cittadini intervistati, il 72% di chi si riconosce nel centro-sinistra è d’accordo con questo tipo di unioni, mentre solo il 48,8% di chi abbraccia idee di destra si esprime nella stessa maniera.

L’adozione per le coppie formate da persone dello stesso sesso

La possibilità per le coppie omosessuali di adottare bambini genera ancora oggi un certo grado di chiusura: meno della metà degli italiani si dice d’accordo (48,3%). Si tratta di un tema che sta trovando gradualmente maggiori spazi di accettazione, se si considera che nel 2019 le persone che si dichiaravano favorevoli erano il 31,1%: nel giro di pochi anni il consenso è dunque maturato, facendo registrare un incremento del 17%.

Anche in questo caso, sono soprattutto le donne ad accogliere questa possibilità: il 53,3% a fronte del 43,6% degli uomini. Anche tra i giovani c’è maggiore accettazione: il 62,4% dei 18-24enni e il 61,4% dei 25-34enni si dichiarano d’accordo. La percentuale scende al 57,8% tra i 35-44enni e fa registrare una flessione di oltre dieci punti percentuali tra i 45-64enni (47,3%). Tra gli ultra 64enni tale eventualità viene accettata solo dal 33,1%. Condividono l’idea dell’adozione aperta anche alle coppie omosessuali il 61,5% di chi si sente rappresentato dalla sinistra e il 58,3% di chi si riconosce nel centro-sinistra, mentre solo il 26,8% di chi condivide idee di destra ritiene accettabile tale eventualità.

L’adozione dei bambini anche per i single

Molto più accolta sembra essere invece una possibile apertura alle adozioni da parte di persone non in coppia. Su questo tema infatti prevalgono i giudizi positivi e poco più della metà degli italiani si dichiara d’accordo nell’apertura delle adozioni ai single (55,8%). L’ipotesi di garantire anche ai single la possibilità di diventare genitori tramite adozione è un’opzione più accettata dalle donne (60,6% contro il 51,3% degli uomini). Anche in questo caso maggiori consensi si registrano nelle fasce d’età più giovani: il 68,6% dei 25-34enni, seguito dal 63,9% dei 35-44enni e dal 63%, dei 18-24enni. Tra i 45-64enni tale eventualità incontra il favore del 57,2% degli intervistati e tra gli over 64 è d’accordo una minoranza (40,4%).

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