L’Italia, con il suo esteso tratto costiero affacciato sul mar Mediterraneo, dipende fortemente dal settore cantieristico navale. Nel 2022 il mercato mondiale della cantieristica ha raggiunto un valore di più di 150 miliardi di dollari, con proiezioni al rialzo fino a quasi 200 miliardi nel 2030. Un settore dominato da aziende cinesi, coreane e giapponesi, ma che vede l’italiana Fincantieri figurare nella top ten mondiale dei principali player.
Un comparto che impiega circa 135mila occupati in 32mila imprese
In Italia l’“industria del mare” rappresenta un grande valore aggiunto per la crescita economica e l’innovazione tecnologica, contribuendo a consolidare l’Italia come centro nevralgico delle attività marittime europee e, in certa misura, anche globali. Senza contare, poi, l’impatto prodotto da un comparto che impiega circa 135mila occupati in 32mila imprese, includendo le attività di costruzione di navi e imbarcazioni, di fabbricazione della strumentazione connessa, di riparazione e demolizione. Secondo i dati di Confindustria Nautica, relativi al 2022, il 36.7% degli addetti e il 54.4% del fatturato relativo si trova nel “polo produttivo dell’Alto Mediterraneo” (Genova, La Spezia, Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno). Segue il “polo produttivo adriatico” con 12.3% dei lavoratori impiegati e il 23.3% del fatturato.
La cantieristica navale incide su turismo e risorse energetiche
Non bisogna dimenticare che la cantieristica navale non include soltanto la manutenzione e il potenziamento delle flotte commerciali, ma incide anche sul turismo, sull’esplorazione e sullo sfruttamento delle risorse energetiche – in particolare quelle sostenibili come l’eolico offshore – e sulla sicurezza, attraverso il rafforzamento delle capacità militari marittime. In tal senso sono state recentemente intraprese azioni per migliorare la competitività, tanto che il 2022 ha visto un’importante ripresa del turismo e dell’attività crocieristica con eventi che hanno ristabilito l’operatività delle navi da crociera all’88%, comportando un aumento degli ordini nel segmento, in particolare per le imbarcazioni di grandi dimensioni.
Difesa e mercato offshore
Dal punto di vista della difesa, le dinamiche geopolitiche attuali hanno influenzato significativamente gli investimenti nel settore. Sempre nel 2022, a livello europeo, la spesa militare è aumentata del 13% rispetto all’anno precedente, principalmente a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, evidenziando la cruciale importanza di garantire la sicurezza dei tratti di mare. Anche il mercato offshore sta registrando segnali positivi, con una crescita significativa nell’ambito dell’eolico in mare, riflettendo l’importanza crescente delle fonti energetiche rinnovabili nel settore marittimo e aprendo nuove opportunità per l’industria.
Potenziare lo sviluppo delle capacità produttive italiane
Le principali associazioni di categoria hanno definito una chiara visione futura per il settore, mirando a massimizzare la competitività e la resilienza delle aziende italiane nel navalmeccanico. Tuttavia, è essenziale garantire condizioni di mercato eque per tutti i partecipanti attraverso l’implementazione di strumenti di difesa commerciale dedicati al settore, al fine di potenziare lo sviluppo delle capacità produttive italiane, all’interno di un piano europeo condiviso per migliorare l’efficienza e soddisfare la domanda di mezzi. Anche Federlogistica ha recentemente ricordato la necessità di rinnovare le flotte in condizioni paritetiche, allineandosi agli standard di altri importanti paesi europei. È fondamentale rafforzare, inoltre, la leadership tecnologica italiana a lungo termine, focalizzandosi su sostenibilità, digitalizzazione ed efficienza produttiva.
Cantieristica navale, promuovere la competitività di un settore strategico nazionale
Infine, è necessario creare un quadro giuridico che favorisca la piena valorizzazione delle attività portuali, considerando distinzioni legali in base alle funzioni, dimensioni e capacità delle infrastrutture. L’obiettivo generale è fare in modo che il Sistema-Paese possieda un’articolazione territoriale che consenta a molteplici attori di proiettarsi a livello internazionale anche attraverso alleanze e partnership. L’Italia è chiamata a supportare la crescita e l’irrobustimento di diversi player e a spingere sulla ramificazione dei core business (tra cantieristica pura, manutenzione, costruzione, shipping, etc.), con l’idea di preparare il terreno a una sana competizione che permetta a una moltitudine di imprese di rafforzarsi e incrementare le proprie attività. Promuovere la competitività di un settore strategico nazionale, oltre alle ricadute economiche e occupazionali, consentirà al Paese di proporsi come player di rilevanza globale nel dominio blu.
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*Founder & Managing Director di Futuritaly.