Le isole costituiscono una entità territoriale ma anche giuridica, sebbene il confine tra i due àmbiti sia difficilmente tracciabile. L’intervista a Niki Aloupi, Professoressa di Diritto internazionale all’Università di Parigi Panthéon-Assas, vuole proporre una analisi sul tema delle isole e del Diritto del mare, in relazione alle decisioni e alle direttive tracciate dalla comunità internazionale. L’intervista è stata raccolta nell’àmbito delle attività dell’Osservatorio Eurispes sull’Insularità ed aree interne.
Lei è una esperta di diritto del mare. In una recente conferenza ha parlato della nascita delle isole; che cosa intendeva dire? In particolare, ha fatto una distinzione tra la condizione geologica e la condizione giuridica delle isole?
Il mio contributo non riguardava la creazione di isole (isole artificiali), né la scoperta di isole già esistenti, ma piuttosto la nascita geologica – nel senso di comparsa spontanea, indipendentemente dalla causa – delle isole. Il fenomeno, soprattutto nel caso delle isole vulcaniche, è di grande attualità. Per citare un esempio recente, nel marzo 2019 la NASA ha dato notizia dell’isola più giovane del mondo, HungaTunga-Hunga Hapaï, sorta dalle acque dell’arcipelago di Tonga nel dicembre 2014 in seguito all’eruzione di un vulcano sottomarino. Ma si possono presentare anche altri esempi di nascite di isole, sia molto antiche che più recenti. I geologi sono affascinati da queste nuove isole, da queste creature marittime appena nate, che offrono un’occasione unica per assistere in prima persona alla nascita di nuovi ecosistemi. Ma come affrontare il fenomeno dal punto di vista giuridico?
Ho fatto una distinzione tra la suddetta nascita geologica e la “nascita” legale dell’isola. Infatti, dal punto di vista giuridico, un’isola nasce solo se viene qualificata come tale. Ma la nascita geologica di un’isola non è sufficiente per la sua nascita giuridica. A differenza di uno Stato, che esiste di diritto non appena esiste di fatto, un’isola può esistere di fatto – come “massa di terra permanentemente circondata dall’acqua” – senza esistere di diritto. La natura non ha conseguenze automatiche e immediate nel mondo del diritto. Dopo l’emersione geologica della massa terrestre in questione, si porrà la questione della sua emersione giuridica se si afferma che la massa terrestre circondata dall’acqua è un’isola. Solo allora sarà possibile studiare e analizzare le condizioni necessarie per la classificazione giuridica dell’isola come tale. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, sarà necessario esaminare l’articolo 121 della Convenzione di Montego Bay e la giurisprudenza internazionale, in particolare il lodo arbitrale sul Mar Cinese Meridionale. Certo, la maggior parte delle isole è nata geologicamente e poi giuridicamente molto prima dell’avvento del nuovo diritto del mare, milioni di anni fa. Ma non ero interessato alla scoperta di un’isola. Per porre la questione in termini contemporanei, era più opportuno concentrarsi sulla recente comparsa delle isole e sulla loro potenziale nascita giuridica. Tuttavia, per quanto riguarda le isole vulcaniche più recenti, le condizioni necessarie per la classificazione giuridica di un’isola possono essere in contraddizione con le conseguenze scientifiche della sua comparsa, al punto che il contesto stesso di una nascita geologica recente sembra poter costituire un ostacolo alla sua nascita giuridica!
Lei è greca e la Grecia è nota per le sue numerose isole: qual è lo status giuridico delle isole greche?
Per quanto ne so, le isole greche non hanno uno status speciale in termini di diritto del mare o di diritto internazionale pubblico. Sono parte integrante del territorio greco e, sebbene i media utilizzino spesso il termine “arcipelago”, dal punto di vista giuridico non si tratta di un arcipelago, poiché lo Stato greco è composto sia dalla Grecia metropolitana che dalle sue isole. Queste ultime, a seconda delle dimensioni e delle condizioni specifiche (superficie, popolazione, ecc.), possono legalmente costituire isole ai sensi dell’articolo 121, paragrafo 3, della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, con diritto a una zona economica esclusiva e a una piattaforma continentale, oppure isole rocciose con solo mare territoriale. Anche nel diritto interno non hanno uno status giuridico speciale. Esse costituiscono regioni di diritto comune, singolarmente o in gruppo, a seconda dei casi.
Le isole sono territori che possono determinare la zona economica esclusiva e la piattaforma continentale. Come si sta sviluppando il dibattito su questo tema?
I lavori preparatori della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (Convenzione di Montego Bay) sono particolarmente rivelatori in termini di disaccordo tra gli Stati sui criteri per definire un’isola e sulla possibile differenziazione tra vari tipi di isola, in particolare in base alla loro grandezza o alla loro dimensione. Comunque sia, oggi è l’articolo 121 di questa Convenzione, accettato almeno in parte dalla Corte internazionale di giustizia (CIG) come codificatore della consuetudine internazionale, nonché la giurisprudenza internazionale e in particolare (secondo alcuni) il lodo arbitrale sul Mar Cinese Meridionale, che ha tentato (senza successo?) di creare un precedente in materia, cercando appunto di interpretare l’articolo 121 – in particolare il suo paragrafo 3 – e di specificare i criteri che dovranno essere esaminati per qualificare un’isola come tale. Senza entrare nei dettagli e nelle controversie, un’isola sarà definita come “qualsiasi area naturale circondata da acqua che rimane scoperta durante l’alta marea”. La questione complementare, ma separata, se un’isola abbia diritto a una zona economica esclusiva e a una piattaforma continentale è molto diversa. Il paragrafo 3 dell’articolo 121 risponde a questa domanda, questa volta con un criterio negativo: “gli scogli non adatti all’abitazione umana o alla vita economica propria” sono certamente isole, ma sono chiaramente piccole e quindi non hanno una zona economica esclusiva o una piattaforma continentale propria, anche se hanno un mare territoriale e una zona contigua. Insomma, oggi esistono, almeno per gli Stati firmatari della Convenzione di Montego Bay e – se accettiamo la natura consuetudinaria dell’intero articolo 121 – anche per il diritto internazionale generale, due status giuridici distinti: quello delle isole “normali” (“isole a pieno titolo” secondo il tribunale arbitrale del Mar Cinese Meridionale) e quello delle isole di cui al paragrafo 3 della Convenzione di Montego Bay, ossia isole rocciose inabitabili e non economicamente redditizie (“rocce”). Il dibattito sui criteri di distinzione e sulla loro interpretazione è ancora vivace, tanto più che il lodo arbitrale del Mar Cinese Meridionale, che ha cercato di stabilire un precedente, è stato ampiamente criticato.
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Entretien avec Mme Niki Aloupi, professeur de droit international public à l’Université Paris-Panthéon-Assas.
Vous êtes experte en droit de la mer. Lors d’une récente conférence, vous avez parlé de la naissance des îles; que vouliez-vous dire? Vous faisiez notamment une différence entre la condition géologique et la condition juridique des îles?
Ma contribution ne concernait ni la création des îles (les îles artificielles), ni de la découverte des îles existant déjà, mais bel et bien la naissance géologique – dans le sens d’apparition spontanée quelle qu’en soit la cause – des îles. Le phénomène, pour ce qui concerne tout particulièrement les îles volcaniques, est d’une grande actualité. Pour ne citer qu’un exemple récent, en mars 2019, la NASA donnait des nouvelles de la plus jeune île du monde, HungaTunga-Hunga Hapaï, surgie des eaux dans l’archipel des Tonga en décembre 2014 à la suite de l’éruption d’un volcan sous-marin. Mais d’autres illustrations de naissance d’île, très anciennes ou plus récentes, peuvent également être présentées. Les géologues se penchent avec fascination sur ces îles nouvelles, ces nouveau-nés maritimes, qui constituent entre autres une occasion en or pour assister en direct à la naissance de nouveaux écosystèmes. Mais quid des juristes ? Comment appréhender le phénomène du point de vue du droit ? Je faisais alors la distinction entre ladite naissance géologique et la “naissance” juridique de l’île. Car juridiquement, une île n’est née que si elle est qualifiée comme telle. Or, la naissance géologique d’une île ne suffira guère pour sa naissance juridique. Contrairement à l’Etat, qui existe en droit dès lors qu’il existe en fait, l’île peut exister en fait – en tant que «masse de terre entourée d’eau de manière permanente» – sans pour autant exister en droit. La nature n’emporte pas de conséquence automatique et immédiate dans le monde du droit. A la suite de la naissance géologique de ladite masse de terre, l’on commencera à s’interroger sur une naissance également juridique si une prétention existe selon laquelle cette masse de terre entourée d’eau constitue bel et bien une île. Et ce n’est qu’alors que les conditions nécessaires pour la qualification juridique de l’île en tant que telle pourront à leur tour être étudiées et analysées. Quant à ces dernières, l’article 121 de la Convention de Montego Bay et la jurisprudence internationale – notamment désormais la sentence arbitrale sur la mer de Chine méridionale – devront être examinées. Certes, la plupart des îles sont nées géologiquement et par la suite juridiquement bien avant l’apparition du nouveau droit de la mer, il y a des millions d’années. Mais je ne m’intéressais pas à la découverte d’une île. Pour que la question se pose en termes contemporains, il convenait de s’intéresser davantage à l’apparition récente d’îles et leur potentiel de naissance juridique. Or, pour ce qui concerne les îles volcaniques les plus récentes, les conditions nécessaires pour la qualification juridique d’une île peuvent entrer en contradiction avec les conséquences scientifiques de son apparition, de manière telle que le contexte même d’une naissance géologique récente semble pouvoir constituer un obstacle à sa naissance juridique!
Vous êtes grecque, la Grèce contient notoirement de nombreuses îles, quelle est la situation juridique des îles grecques?
Les îles grecques n’ont pas à ma connaissance de statut particulier pour ce qui est de l’aspect droit de la mer/droit international public. Elles font partie intégrante du territoire grec et même si l’on voit souvent dans les médias le terme “archipel”, juridiquement elles ne constituent pas un archipel, puisque l’Etat grec est composé tout à la fois de la Grèce métropolitaine et de ses îles. Ces dernières, en fonction de leur taille et conditions spécifiques (superficie, population, etc.) peuvent constituer juridiquement au sens de l’article 121 paragraphe 3 de la Convention des Nations unies sur le droit de la mer de 1982 des îles ayant droit à une zone économique exclusive et un plateau continental, ou alors des îles-rochers possédant uniquement d’une mer territoriale. En droit interne, elles n’ont pas de statut juridique particulier non plus. Elles constituent, seules ou à plusieurs selon les cas, des régions de droit commun.
En effet, les îles sont des territoires qui peuvent déterminer la zone économique exclusive et le plateau continental. Comment évolue le débat autour de ce sujet?
Les travaux préparatoires de la Convention des Nations unies sur le droit de la mer de 1982 (Convention de Montego Bay) sont particulièrement révélateurs quant aux oppositions étatiques concernant les critères de qualification d’île et les éventuelles différenciations entre divers types d’îles en vertu notamment de leur superficie, vaste ou plus petite. Quoiqu’il en soit, aujourd’hui, ce sont l’article 121 de cette Convention admis au moins pour partie par la Cour internationale de Justice (CIJ) comme codificateur de la coutume internationale, ainsi que la jurisprudence internationale et notamment (selon certains) la sentence arbitrale sur la mer de Chine méridionale qui a (vainement?) tenté de créer un précédent en la matière en essayant précisément d’interpréter l’article 121 – notamment son paragraphe 3 – et en préciser les critères, qui devront être examinées afin de qualifier une île comme telle. Sans entrer dans tous les détails et les controverses concernant ces derniers, une île sera définie comme «toute étendue naturelle entourée d’eau qui reste découverte à marée haute». La question, complémentaire mais distincte, de savoir si une île a droit à une zone économique exclusive et un plateau continental est toute autre. Y répond le paragraphe 3 de l’article 121 avec cette fois-ci un critère négatif: les «rochers ne se prêtant à une habitation humaine ou à une vie économique propre» sont certes des îles, mais d’une superficie manifestement réduite et dès lors dépourvues de zone économique exclusive ou de plateau continental propres, bien qu’ils bénéficient d’une mer territoriale et d’une zone contigüe. En somme, il existe aujourd’hui, en tout cas pour les Etats parties à la Convention de Montego Bay et – si l’on accepte le caractère coutumier de l’ensemble de l’article 121 – pour le droit international général également, deux statuts juridiques distincts: celui des îles «normales» («fully entitled islands» selon le tribunal arbitral en mer de Chine méridionale) et celui des îles du paragraphe 3 de la Convention de Montego Bay, à savoir les îles-rochers non habitables et non viables économiquement («rocks»). Le débat quant aux critères de distinction entre les deux et leur interprétation est toujours vif, et ce d’autant plus que la sentence arbitrale sur la mer de Chine méridionale qui a tenté d’établir un précédent est très critiquée.