Una relazione complicata quella tra italiani e Unione europea, istituzione ritenuta indispensabile per uscire dalla crisi ma verso la quale si riscontra una certa diffidenza. È quanto emerge dall’indagine dell’Eurispes sugli italiani e l’Unione europea, argomento approfondito nel corso delle rilevazioni per il Rapporto Italia 2021 dell’Istituto.
La pandemia ha riportato in primo piano i temi dell’Unione europea
L’Unione europea è stata una grande protagonista del 2020, una istituzione che ha trovato largo spazio sui media e nelle dichiarazioni degli esponenti politici. Il motivo è semplice: la pandemia ha fatto emergere la necessità di politiche condivise a livello internazionale, perché un dramma globale si sconfigge solo con politiche unitarie e coerenti, soprattutto in una realtà con confini permeabili come quella l’area Schengen. È inoltre evidente la volontà di restituire una immagine, agli occhi della comunità internazionale, di unità e forza dell’Unione europea di fronte alla pandemia. Una volontà confermata anche dall’attuale Premier Draghi. La stessa campagna vaccinale è stata la chiave di lettura di una Europa che vuole apparire unita e compatta nelle difficoltà agli occhi dei competitor.
Il 51% degli italiani è convinto che l’Italia sia marginale all’interno della Ue
Una occasione di rilancio imperdibile per il Paese come il Recovery fund, con l’accesso a una enorme quantità di fondi europei, non poteva che gettare una luce nuova sia sulla importanza dell’Europa per la nostra economia, che sulla adeguatezza della classe politica che regolerà tale processo. I dati raccolti dall’Eurispes offrono una fotografia recente del rapporto tra gli italiani e l’Unione europea. Sebbene 1 italiano su 3 ritenga l’Europa fondamentale per uscire dalle grandi crisi, il 51% del campione è convinto che l’Italia sia uno Stato marginale all’interno della Ue, che subisca le decisioni altrui: contraddizioni e ambivalenze che mettono in chiaroscuro una questione cruciale e ad oggi di primo piano per il futuro del Paese.
L’Unione europea necessaria per superare le grandi crisi: lo afferma 1 italiano su 3
L’Europa, durante l’emergenza sanitaria, ha dimostrato la sua importanza per affrontare le grandi crisi: lo afferma 1 italiano su 3 (33,5%), mentre per 1 italiano su 4 (26%) l’Unione europea ha dimostrato, al contrario, la sua inutilità. Il 15,7% degli italiani pensa invece che farne parte sia un danno, mentre una buona fetta dei rispondenti (24,8%) non sa. A sostenere l’importanza dell’Unione europea sono soprattutto gli elettori di sinistra (48,8%), centro-sinistra (44,3%), centro (43%). L’inutilità dell’Ue è sostenuta, al contrario, dalla destra (36,6%) e dal centro-destra (34,1%). Sostiene ciò anche il 29,4% degli elettori del Movimento 5 stelle, sebbene siano più numerosi gli europeisti (38,7%) all’interno del Movimento. Pensano invece che far parte dell’Ue sia dannoso soprattutto gli elettori di destra (25,4%).
La fiducia nell’Ue è direttamente proporzionale al titolo di studio
Nel corso dell’indagine è stato chiesto agli intervistati se secondo loro i fondi promessi dall’Unione europea con il Recovery fund arriveranno realmente: una attestazione di fiducia degli italiani nell’Europa. Per 1 italiano su 3 (33,9%) i fondi promessi arriveranno realmente, ma è poca la percentuale che separa la fiducia dalla sfiducia: per il 30,5% degli italiani, quei fondi non arriveranno. Esaminando i dati per orientamento politico dei rispondenti, si osserva che i fondi europei arriveranno sicuramente secondo gli elettori di sinistra (53,6%), e un significativo 40,2% di elettori del Movimento 5 stelle. Attestazioni di sfiducia, invece, emergono dal 41,8% degli elettori di destra. Per titolo di studio, la fiducia nell’esito del Recovery fund è direttamente proporzionale ai titoli conseguiti:i fondi europei arriveranno secondo il 44,4% dei laureati, il 33,9% di chi ha il diploma di maturità, il 22,7% di chi ha la licenza elementare o nessun titolo.
L’Italia marginale in Europa: lo afferma il 51% degli italiani
Che ruolo ricopre l’Italia all’interno della Unione europea? Secondo la maggioranza degli intervistati (51%) l’Italia è uno Stato marginale, che non decide ma subisce le decisioni dell’Ue. Per il 33% del campione l’Italia è uno Stato importante, che non decide direttamente ma influenza le strategie europee. Solo il 16% degli intervistati afferma che il nostro sia un Paese leader, che decide e influenza le strategie dell’Ue.
L’Italia è considerata uno Stato leader soprattutto dagli elettori del Movimento 5 stelle (29,9%), mentre è uno Stato marginale, che non decide bensì subisce secondo gli elettori di destra (63,4%) e di centro-destra (61,4%). L’Italia è, invece, uno Stato importante, che non decide ma influenza strategie secondo gli elettori di sinistra (50%) e del centro-sinistra (41%). Per area geografica, i dati evidenziano che l’Italia è considerata uno Stato marginale maggiormente nel Nord-Est (59%) e al Centro (54,6%). È invece uno Stato leader, che decide e influenza strategie secondo gli abitanti delle Isole (19,5%) e del Nord-Est (18,3%). L’opinione che sia uno Stato importante, che non decide ma influenza le strategie è diffusa tra gli abitanti del Nord-Ovest (37,7%), delle Isole (36,8%) e del Sud (36,1%).