In Italia, storicamente, la formazione dei docenti è stata incentrata prevalentemente sulle competenze disciplinari. Diventa oggi urgente rispondere alle esigenze professionali che emergono di fronte alla complessità dei luoghi formativi e dei loro abitanti e che impongono una formazione ampia e solida, basata su strumenti di riflessione critica, su saperi procedurali ed operativi, sulla capacità di scegliere metodologie didattiche efficaci per la pluralità e diversità dei bisogni educativi e formativi.
I dati sul personale docente in Italia
I posti istituiti per l’anno scolastico 2020-2021 sono complessivamente 683.975, suddivisi tra posti comuni e posti di sostegno. Le regioni con il maggior numero di docenti sono la Lombardia, con 102.697 posti, la Campania, con 78.671 posti e il Lazio con 63.028 posti in totale. I posti di sostegno istituiti complessivamente sono 152.221. Al personale di ruolo vanno aggiunti i docenti precari, pari a 212.407. I posti istituiti per l’a.s. 2021/2022 sono complessivamente 684.317 posti comuni (+0,05% rispetto all’anno precedente) e 172.110 posti di sostegno (+13,7%). I posti di sostegno istituiti per l’a.s. 2021-2022 sono complessivamente 172.110. Per l’anno scolastico 2022/2023, i posti istituiti sono complessivamente 684.600 (+0,04 rispetto all’anno precedente) (Ufficio Statistica, Ministero dell’Istruzione). Dai dati emerge un dato strutturale della scuola italiana: l’alta percentuale dei docenti precari, che è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, passando da 100.277 nell’a.s. 2015/2016 a 217.623 nell’a.s. 2021/2022, con un incremento pari al 117%. I dati si riferiscono ai docenti con incarico annuale, con nomina sia su posto comune che su posto di sostegno. Quello del precariato storico è un problema con il quale tutti i Ministeri dell’Istruzione, che si sono succeduti nel tempo negli ultimi decenni, si sono dovuti confrontare. La conseguenza principale risiede nella mancanza di continuità didattica, con particolare nocumento degli studenti più fragili. Scorporando i dati in base alla distribuzione territoriale, emerge che, nell’a.s. 2020/2021, il 29,4% del personale a tempo indeterminato è impiegato al Sud, il 22,1% al Nord-Ovest, il 19,7% al Centro, il 15,3% al Nord-Est, mentre nelle Isole arriva soltanto al 13,5%. Nell’a.s. 2021/2022, il dato è sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente (Portale unico dati della scuola).
Il Piano per la formazione dei docenti 2016-2019
Il Piano per la Formazione del personale, adottato come atto di indirizzo dal MIUR, individua le priorità e le risorse finanziarie per il triennio 2016-2019 e delinea il quadro di intervento strategico ed operativo per la realizzazione di una politica a sostegno della crescita del capitale professionale scolastico. I principi guida contemplano tra gli altri, un sistema per lo sviluppo professionale, la promozione e il sostegno alla collaborazione, qualità dei percorsi formativi, definizione delle priorità della formazione, promozione dell’innovazione. Il Piano di sviluppo professionale dei docenti si concentrerà prioritariamente su macro-aree definite, quali: Area didattica, Area organizzativa, Area della professionalità. Il Piano poi prevede, a partire dal 2017, 145.000 docenti coinvolti (MIUR). Per quanto concerne la macro-area delle Competenze per il ventunesimo secolo, particolare attenzione è stata dedicata alle competenze digitali e ai nuovi ambienti di apprendimento. Sempre nella macro-area delle competenze per il ventunesimo secolo sono previste azioni formative relative alle Lingue straniere. La formazione può avvenire sia su iniziativa personale dei docenti, sia attraverso i percorsi formativi messi a disposizione dal Ministero, sia sfruttando le possibilità offerte dal programma Erasmus per docenti. Relativamente alla macro-area “Competenze per una scuola inclusiva”, il Piano investe sull’imprescindibile tema dell’inclusione e della disabilità. Il target di riferimento per i percorsi di formazione destinati a quest’area è prevede un totale di 133.500 figure coinvolte, di cui 93.500 docenti.
Alternanza Scuola-Lavoro richiede adeguata formazione dei docenti e dei soggetti ospitanti
L’Alternanza Scuola-Lavoro, ripetutamente rimodulata nel corso del tempo, interessa tutte le classi del triennio della scuola secondaria di II grado e richiede adeguata formazione sia del personale docente, sia dei soggetti ospitanti i ragazzi in Alternanza. Gli obiettivi della formazione riguardano l’acquisizione, da parte del personale docente, di competenze relative al processo di gestione dell’Alternanza, l’acquisizione di conoscenze tecnico-giuridiche abilitanti e il fornire gli strumenti utili alla creazione di network territoriali per la realizzazione di percorsi di Alternanza di qualità. Il target individuato interessa tutti i docenti di scuola secondaria di II grado per un totale di 29.600 figure coinvolte, di cui 18.000 insegnanti.
Scuole e contesto sociale
Le istituzioni scolastiche sono immerse nel contesto sociale e territoriale in cui quotidianamente operano e questo implica il loro ruolo di soggetto attivo della comunità civile. La scuola diventa, in questo panorama, il perno di un sistema educativo che deve essere in grado di rispondere alle esigenze e ai bisogni dei suoi studenti. La formazione degli insegnanti è uno dei nodi centrali in questa realtà proteiforme, in quanto i docenti devono essere in grado di orientare la propria azione educativa e formativa in maniera tale da poter fornire ai propri allievi e studenti gli strumenti adatti per una lettura critica della realtà. Il target di riferimento è costituito da 49.150 soggetti coinvolti, di cui 25.650 docenti.
Educare all’interculturalità
L’acquisizione di specifiche competenze di educazione all’interculturalità, in materia di pluralismo religioso, rispetto delle affettività e di tutte le forme della diversità diventano background irrinunciabile per le nostre figure educative impegnate ad affrontare la complessità di un mondo come quello contemporaneo. Per quanto riguarda alcuni campi di intervento specifici, come quello dell’integrazione degli alunni stranieri e il dialogo interculturale, i principali campi di intervento per la formazione degli insegnanti riguardano competenze glottodidattiche specialistiche per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri, lo sviluppo delle competenze per la gestione condivisa dei “piani educativi personalizzati”, lo sviluppo del pensiero critico e del dialogo interculturale e inter-religioso. Il Piano coinvolge un totale di 183.000 docenti.
Per una cultura della valutazione
La valutazione (valutazione degli apprendimenti, autovalutazione e valutazione esterna) ha assunto nel corso del tempo un’importanza sempre maggiore all’interno del nostro sistema scolastico, finalizzata alla qualificazione del servizio scolastico, alla valorizzazione della professionalità del personale della scuola e al miglioramento degli apprendimenti e delle competenze degli allievi e degli studenti. La formazione rappresenta un tassello essenziale per lo sviluppo di una efficace cultura della valutazione e rappresenta un elemento basilare per la promozione della qualità dell’organizzazione e della professionalità scolastiche. I destinatari della formazione in questa specifica area sono costituiti, tra gli altri, da 7.100 Dirigenti scolastici.
Le risorse economiche previste dal Piano 2016-2019
Il Piano prevede lo stanziamento di risorse per un totale quasi 1,5 miliardi di euro, da diverse fonti di finanziamento, suddivise nel seguente modo: per il 2016 ed il 2017, 40 milioni di euro stanziati con la legge 107/2015, 45 milioni da PON (Fondi FSE 2014-2020) e 15 milioni di euro da altri fondi MIUR per un totale di 100 milioni, a cui vanno aggiunti 387 milioni stanziati per la Carta del docente, per la formazione professionale dei docenti e per i consumi culturali, per un totale complessivo di 477 milioni di euro. Per il 2018 sono stati stanziati 40 milioni di euro con la legge 107/2015, 70 milioni da PON (Fondi FSE 2014-2020) e 15 milioni di euro da altri fondi MIUR per un totale di 125 milioni a cui vanno aggiunti 387 milioni per la Carta del docente, per un totale di 512 milioni di euro. Le regioni che hanno ottenuto le quote maggiori delle risorse finanziarie sono la Lombardia: 4.362.126 euro, la Campania: 4.217.033 euro, la Sicilia: 3.524.384 euro, il Lazio: 2.999.232 euro, seguite da Puglia, Veneto e Piemonte, con finanziamenti compresi tra i due milioni e i due milioni e mezzo di euro.
Il Piano nazionale per la formazione docenti
Il Piano Nazionale per la Formazione Docenti per l’a.s. 2021-2022 prevede uno stanziamento totale pari a 10.789.456 euro, ripartiti tra fondi assegnati per priorità nazionali (2,6 milioni di euro) e fondi assegnati per attività di Istituto (poco più di 8 milioni di euro). Il compito di realizzare le attività formative utili a rispondere ai bisogni formativi specifici è affidato alle scuole-polo, cui vengono assegnate le risorse per la formazione direttamente ad ogni istituto scolastico. Il Piano Nazionale per la Formazione Docenti per l’a.s. 2022-2023 focalizza l’attenzione, come negli anni precedenti, sulla necessità di rafforzare la governance della formazione in servizio, al fine di migliorare gli apprendimenti degli alunni. A quelli individuati nei due anni scolastici precedenti, si aggiungono: favorire e supportare azioni di contrasto alla dispersione scolastica; favorire e supportare azioni formative in tema di orientamento per i docenti dei diversi gradi di scuola; sviluppare le competenze trasversali per una piena partecipazione ai processi di innovazione metodologica e didattica. Nell’atto di indirizzo politico-istituzionale del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, per il 2023, rientrano undici priorità politiche, tra cui la promozione del miglioramento del sistema scolastico attraverso la valorizzazione del personale della scuola e la promozione dei processi di innovazione didattica e digitale e la valorizzazione dei processi di insegnamento e di apprendimento.