Nelle carceri di tutta Italia si contano 57.230 detenuti, di cui 38.665 italiani. Nel marzo 2020 il diffondersi del Covid-19 nelle carceri e la sospensione dei colloqui ha portato a violente rivolte a Modena, Rieti, Bologna e in decine di altri istituti, ponendo drammaticamente l’accento sul tema della salute tra i detenuti italiani.
Il lavoro presentato dall’Istituto Eurispes all’interno del Rapporto Italia 2023 si propone di affrontare il tema del diritto alla salute nelle carceri d’Italia, attingendo come fonti al Ministero della Giustizia e all’Osservatorio Antigone.
In Veneto le carceri sono nove. Sette sono case circondariali (Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza), una è una casa di reclusione (Padova) e una è una casa di reclusione esclusivamente femminile (Venezia), una delle cinque presenti in Italia (Trani, Pozzuoli, Roma Rebibbia, Empoli, Venezia Giudecca). Quivi sono detenute 2 donne con 3 figli al seguito, secondo i dati del Ministeri della Giustizia al 31 maggio 2023. Negli istituti penitenziari del Veneto si contano in totale 133 donne detenute, mentre la percentuale tra stranieri ed italiani è rispettivamente il 50,5% e il 49,5%. Manca in molti casi un protocollo di prevenzione del rischio suicidario e delle articolazioni per detenuti con infermità mentali. Discreto il numero medio di ore settimanali degli psicologi e psichiatri che svolgono all’interno del carcere. Risulta invece alto il tasso di affollamento in quasi tutte le carceri venete, arrivando a superare il 150% nella casa circondariale di Treviso. Ad oggi, le carceri venete ospitano 2487 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 1947 presenze.
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