Il seminario italo-spagnolo sul tema dei trasporti e logistica nel Mediterraneo occidentale, svoltosi presso Confitarma il 19 ottobre scorso, ha messo in risalto dei punti importanti sui cui agire per migliorare la connettività in questa area strategica correggendo alcune impostazioni date finora dalla Ue in materia di revisione dei corridoi TEN-T, che rischiano di penalizzare la sponda sud del sistema europeo. L’iniziativa – promossa dalla Delegazione Italiana del Governo della Catalogna, l’Istituto Europeo per il Mediterraneo (IEMed) di Gerona, il Centro Studi sui Trasporti del Mediterraneo Occidentale CETMO di Barcellona e dall’Osservatorio su Infrastrutture, trasporti e Logistica dell’Eurispes – è stata partecipata da operatori primari del settore, i quali hanno manifestato una sinergia di posizioni sui seguenti punti principali.
Gli interventi nel Mediterraneo sono essenziali per lo sviluppo dell’intero sistema europeo
Durante il seminario, in particolare nel primo pannel, è stato spiegato che c’è stato un cambio di paradigma nella costruzione della Rete Transmediterranea dei Trasporti, dal momento che le Autorità europee sono orientate ad un metodo di negoziazione bilaterale per la rete, invece che per un approccio regionale. Per quanto riguarda il finanziamento, un accordo sulla progettazione della rete potrebbe consentirle di ricevere fondi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) nel quadro del progetto Global Gateway. Le Autostrade del Mare sono state presentate come l’elemento più efficiente e sostenibile per collegare le reti di trasporto del Nord e del Sud e devono essere promosse insieme alle loro connessioni con l’intero sistema attraverso l’intermodalità.
A livello europeo, le priorità della rete europea dei trasporti sono le seguenti: raggiungere uno scartamento comune per le ferrovie, spostare il trasporto merci dalla strada alla rotaia e costruire le infrastrutture per decarbonizzare il trasporto stradale (stazioni di ricarica rapida). Infine, si è insistito sul fatto che dobbiamo disegnare noi, europei e mediterranei, le nostre mappe delle reti mediterranee, altrimenti lo faranno altri, soprattutto attori extra-europei. Gli attori esterni, infatti, hanno sviluppato strategie estremamente innovative per penetrare nel Mediterraneo. Lo sviluppo della TEN-T dovrebbe costituire una priorità per raggiungere l’autonomia strategica. A tal fine, i progetti strategici di trasporto dovrebbero essere considerati innanzitutto come europei e non nazionali. La cooperazione tra i paesi dell’area è essenziale per dare impulso a politiche volte all’interesse comune e trovare soluzioni alle sfide che riguardano tutto il sistema europeo nel suo insieme.
Gestire con intelligenza e in modo sistemico la transizione verde evitando i rischi di pesanti effetti negativi
Il secondo panel del seminario ha dato risalto al settore privato dei trasporti e della logistica, soprattutto a livello italiano (organizzazioni imprenditoriali, autorità portuali, operatori logistici, think-tank affiliati al settore bancario, ecc.) per presentare il loro punto di vista e le sfide da affrontare per sviluppare la loro attività e le loro esigenze in termini di politiche pubbliche a sostegno dell’internazionalizzazione e del commercio attraverso il Mar Mediterraneo. I partecipanti hanno chiesto di analizzare i flussi dal punto di vista del carico e di orientarsi verso una “catena di fornitura basata sulla fiducia”. Altri hanno sottolineato che i porti sono attori strategici dove si inventa il futuro: sono complessi industriali che fungono da laboratori dove sperimentare e creare energia e comunità. Gli investimenti devono essere effettuati in modo strategico e sulla base di un’attenta analisi delle tendenze e delle opportunità. In questo senso, i partenariati pubblico-privato, che coinvolgono centri accademici e di ricerca, sono stati descritti come lo strumento migliore per raggiungere questo obiettivo. Diversi partecipanti hanno sottolineato la necessità di investire nelle infrastrutture portuali, in particolare per ridurre i tempi di attesa delle navi, cosa particolarmente necessaria per abbassare i costi di trasporto e combattere le emissioni di gas serra. Gli investimenti nelle infrastrutture non sono tuttavia sufficienti e dovrebbero essere accompagnati da misure di armonizzazione dei regolamenti, delle politiche e delle norme. Diverse parti interessate hanno espresso preoccupazione riguardo al danno che potrebbe essere causato al trasporto marittimo dall’instaurazione del sistema ETS. Questi hanno inoltre sottolineato il rischio di uno spostamento dal mare alla terra creato dall’attuale legislazione, che potrebbe mettere in pericolo il modello di funzionalità e sostenibilità rappresentato dai corridoi.
Trasporti e logistica, una governance pubblico-privata per combinare sostenibilità e competitività
Infine, dato l’attuale contesto di transizione del settore, si è sostenuto che la sostenibilità dovrebbe essere meglio collegata alla competitività. In questo senso, è necessario un approccio sistemico per tenere conto dei costi e dei benefici della transizione verso la sostenibilità e individuare soluzioni per mitigare gli effetti negativi delle politiche. È essenziale costruire una governance della transizione con una cogestione pubblico-privata che garantisca questo collegamento tra sostenibilità e competitività.
*Luca Danese, Coordinatore Osservatorio Infrastrutture, Trasporti e Logistica dell’Eurispes.