Metaverso, che cosa ne pensano gli italiani

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Fra criticità e opportunità, il mondo del Metaverso sta andando rapidamente avanti e sembra essere ormai una realtà con cui l’umanità sarà destinata a convivere, superando le fantasie di sceneggiatori e scrittori di racconti di fantascienza che in passato hanno provato ad immaginare il futuro in uno scenario fatto di mondi virtuali. Ma quanto ne sanno gli italiani di questo mondo che si muove all’interno delle nuove tecnologie della comunicazione? Che cosa ne pensano e quali sensazioni evoca in loro? L’Eurispes ha cercato di dare risposta a queste domande sondando l’opinione dei cittadini.

Metaverso, questo sconosciuto. L’indagine dell’Eurispes

Dall’indagine condotta dall’Eurispes emerge che la maggior parte degli italiani non ha mai sentito parlare del Metaverso (56,7%); anche fra chi ne aveva già sentito parlare, il 22,1% non sa bene cosa sia. Solo il 21,2% degli intervistati afferma di sapere di cosa si tratta.

Come prevedibile, la dimestichezza con il Metaverso diminuisce con l’aumentare dell’età: ne ha quanto meno sentito parlare il 64,9% dei 18-24enni, il 57,2% dei 25-34enni e il 56,2% dei 35-44enni, dopo i 45 anni la maggior parte del campione non ne ha mai sentito parlare (58,8%, 45-64 anni e 75,4%, 65 anni e oltre). Questa tendenza è confermata anche dalle risposte di chi ne ha sentito parlare che, nelle prime tre fasce d’età, afferma prevalentemente di sapere anche di cosa si tratta: fra i 18 e i 24 anni, il 37% sa cosa sia e il 27,9% non sa bene cosa sia; fra i 25 e i 34 anni il 30,3% sì e il 26,9% no; fra 35 e 44 anni il 33,6% sì e il 22,6% no. Dai 45 anni in poi la situazione si ribalta: chi ha già sentito il termine Metaverso, è per lo più all’oscuro di cosa si tratti (22,9% dei 45-64enni e 16,4% dei 65enni e oltre), chi sa cosa sia il Metaverso, infine, scende al 18,3% fra i 45-64enni e si limita all’8,3% dopo i 64 anni. Anche il titolo di studio influisce positivamente sulla conoscenza dell’universo virtuale e i laureati sono i più informati: solo il 39,5% non lo ha mai sentito nominare e il 60,4% ne ha sentito parlare pur non sapendo definirlo, il 33,6% sa di cosa si tratta.

A che cosa fa pensare il Metaverso?

A chi ha risposto di non sapere cosa sia il Metaverso è stato chiesto di indicare a quale fra le alternative proposte, tale temine facesse pensare. Un’ampia fetta del campione pensa al digitale in generale (36%), il 23% alla fantascienza, l’8,3% agli smatphone di nuova generazione; al 6,5% vengono in mente le criptovalute, al 3,8% la medicina sperimentale, al 2% il terrorismo internazionale e allo 0,8% la criminalità organizzata.

Tutte le fasce d’età associano il Metaverso prevalentemente al mondo digitale in generale: 42,3% fra coloro che hanno 25 e 34 anni di età; 37,9% fra 45 e 64 anni; 33,8% 35-44 anni; 32,2% 65 anni e oltre; infine, 30,4% 18-24 anni.

La fantascienza viene richiamata soprattutto dai 35-44enni (27%), mentre convince meno la fascia d’età immediatamente precedente (16,9%), nelle restanti fasce indica questa opzione ‒ in media ‒ il 24% degli intervistati. I giovani fra i 18 e i 24 anni fanno registrare le percentuali più alte fra quanti, parlando di Metaverso, pensano alla medicina sperimentale (8,7%), alle missioni spaziali (8,7%) e al terrorismo internazionale (4,3%); l’associazione con gli smartphone di nuova generazione coinvolge soprattutto gli over 64 (12,6%), mentre convince pochissimo i 35-44enni (1,4%) che sono invece la categoria che indica più delle altre le criptovalute (10,8%).

A pensare alla criminalità organizzata è solo l’1,4% dei 25-34enni e l’1,2% dei 45-64enni, in tutte le altre fasce d’età nessuno sceglie questa opzione.

Metaverso, quali sensazioni suscita questo nuovo mondo?

A quanti hanno affermato di sapere cosa sia il Metaverso, è stato chiesto quale sensazione susciti in loro questo universo digitale parallelo. Il sentimento più condiviso è la curiosità (27,4%), seguono l’indifferenza (21,9%) e, con poco distacco, la preoccupazione (20,5%). Il 9,5% si dichiara entusiasmato da questo mondo, mentre l’8,8% prova una sensazione di smarrimento; il 3% guarda a questa innovazione con speranza e solo l’1,6% ne ha paura; al 7,3% dei rispondenti evoca altre sensazioni diverse da quelle proposte.

Dai 18 ai 44 anni prevale la curiosità (34,4%, 18-24 anni; 35%, 25-34 anni; 28,2%, 35-44 anni) e, la seconda sensazione in queste tre fasce d’età è l’indifferenza, con la quota più ampia fra i 35 e i 44 anni (26,4%); per i 25-34enni questo sentimento è diffuso quanto la preoccupazione (20% entrambi), e si discosta di poco da quest’ultima anche per i 18-24enni (19,7% “indifferente; 18% “preoccupato”).

Fra i 45 e i 64 anni il sentimento più diffuso è l’indifferenza (23,7%), ma sono poco meno quelli che dichiarano curiosità (22,2%); mentre fra gli over 64 anni è più forte la preoccupazione (29,5%), seguita dalla curiosità (18,2).

Nonostante la preoccupazione, gli ultrasessantaquattrenni sono la categoria a cui il Metaverso suscita più entusiasmo (15,9%), mentre i 45-64enni si sentono più smarriti degli altri dall’idea di un mondo digitale parallelo (12,6%) e ne hanno più spesso paura (3%); in entrambe le opzioni seguono gli over 65 (9,1% e 2,3%). La speranza è un sentimento che coinvolge soprattutto le prime due fasce d’età (5% per i 25-34enni e 4,9% per i 18-24enni); nelle altre fasce d’età si scende dal 3,6% dei 35-44enni allo 0,7% dei 45-64enni.

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