Una ridda di sigle per la scuola italiana

Photo by Thomas Park on Unsplash

C’è la ddi, la dad, la dip, e se le si conta per bene, le sigle che caratterizzano oggi il mondo della scuola possono costituire tutte insieme l’indice di un corposo dizionario burocratico. Secondo un report dello Snals di Brindisi, se ne possono contare addirittura più di 500. Alcune sono note a tutti; altre, invece, possono suonare misteriose anche agli addetti ai lavori: insegnanti e personale amministrativo della scuola cui farebbe comodo una bella legenda per interpretare correttamente neologismi e sigle sconosciute. Segno che fare l’insegnante oggi è diventato un mestiere sempre più esposto ai processi di formalizzazione burocratica. Per sapere che la burocrazia è una necessità del bisogno di dare ordine alla crescente complessità del quotidiano, non è indispensabile conoscere a menadito Weber, così come non lo è ricorrere al buon senso di un cittadino medio per capire che gli eccessi che può produrre possono renderne pesante e, alla fine, improduttivo l’uso. Ciò malgrado, gli acronimi impazzano nel mondo della scuola italiana, turbando quello che si può considerare il crescente bisogno di normalità degli insegnanti.

Nessun acronimo sembra godere di una lunga vita nel mondo della scuola. Quello che una volta era, ad esempio, il Pof (Piano per l’offerta formativa) è diventato in poco tempo “Ptof”, giusto per renderne meno agevole la pronuncia, che potrebbe fare invidia a certi personaggi delle Cosmicomiche di Calvino. Una sorte analoga ha avuto anche la sigla “Asl”, messa anzitempo in soffitta non solo per l’equivoca coincidenza con le aziende territoriali della salute pubblica. La vecchia Alternanza Scuola/Lavoro (equivalente dell’acronimo Asl) è stata sostituita da una delle sigle più tortuose in uso oggi nella scuola: Pcto. Sembrerebbe, a prima vista, la sigla di un neonato partito o di un sospetto composto chimico, ma è invece l’acronimo poco commestibile di quella nuova disciplina del triennio delle scuole superiori di secondo grado che indica i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Un effetto della riforma della “buona scuola” che raccoglie pochi consensi tra gli insegnanti e meno ancora tra gli studenti e che gode, comunque, dell’apprezzamento più o meno dichiarato di forze politiche diverse. E a proposito di “buona scuola”, si deve a questa l’introduzione del termine “Byod”, criptico anglicismo che sta per “Bring your own device”, letteralmente “Porta il tuo dispositivo”. La didattica a distanza ne ha fatto conoscere una versione domestica, perché ha, nel bene e nel male (e qua è davvero questione di punti di vista), “sdoganato” l’uso di tablet e smartphone, anche se si fatica ad autorizzarne e valorizzarne l’impiego in aula.

Byod è solo uno dei nuovi termini tecnici non italiani con cui si condisce oggi la didattica. Si pensi al Clil (Content and Language Integrated Learning), indispensabile per insegnare una Dnl (Disciplina non linguistica) con una delle lingue straniere studiate in classe. Più “nostrane” sono altre sigle come “fo”, “fs”, “fis” e “fad”. Una dietro l’altra, possono dare l’idea di uno scioglilingua sibilante, una specie di mantra portafortuna per funzionari che, ancor prima di presentarsi dal capufficio, si raccomandano alla buona sorte con una sfilza di enigmatiche sillabe propiziatrici. Ovviamente, non è tutto nuovo quel che sembra luccicare come tale. Si pensi a quelli che una volta erano i più o meno cari bidelli. La bizzarra moda dell’acronimo che accorcia parole e formule e che non risparmia niente e nessuno li apostrofa come “cs”. Altre sigle di uso corrente – giusto per citarne alcune – sono “Mad”, “Gav”, “Niv” e “Nev”, “Gli”, “Lim”, “Pia”, “Pai” e “Pei”. Ci sono anche i “Nai”, scorciatoia linguistica per definire i neo arrivati in Italia e cioè gli alunni stranieri che, non ancora capaci di usare l’italiano come seconda lingua, frequentano per la prima volta la scuola nel nostro Paese. Non mancano poi le doppie identità. È il caso del Pai, che significa Piano annuale per l’inclusività, ma anche Piano di apprendimento individualizzato. Tra un acronimo e l’altro e il loro riferimento normativo può capitare di imbattersi anche in un “RD”, abbreviazione che dice molto ai nostalgici della vecchia scuola, perché indica la presenza di regi decreti che, per ironia della sorte e, se vogliamo, anche della storia, hanno ancora oggi una loro validità nell’intricato, complesso e talvolta frustrante assetto normativo della scuola italiana.

Leggi anche

La Scuola riapre su Twitter

Scuola, disabilità senza sostegno

Scuola e formazione. Italia, Paese delle riforme mancate

La “scuola digitale” è debole. Solo 1 su 10 è connessa a banda ultra larga

 

 

 

 

Ultime notizie
Criminalità e contrasto

Criminalità minorile e gang giovanili. I dati

Il Report “Criminalità minorile e gang giovanili”, il report realizzato dal Servizio analisi criminale è stato presentato questa mattina a Roma, presso la...
di redazione
Lavoro

La “mobilità circolare” dei giovani nell’area mediterranea

I giovani protagonisti del cambiamento Lo spazio Mediterraneo è un bene comune (“common good”) che appartiene a tutti gli Stati della UE ed...
di Avv. Angelo Caliendo*
Osservatorio sulla PA

Equo compenso o tariffazione?

Se solo il Codice dei Contratti fosse stato promulgato il 1° luglio 2023 (data della sua entrata in vigore) oggi non dovremmo affrontare questa spinosa questione, circa la portata e le modalità applicative della legge n. 49 del 21 aprile 2023 che ha introdotto “l’equo compenso” per i professionisti. Disposizione che di fatto modifica i criteri di aggiudicazione previsti nel Codice degli Appalti, vincolando il prezzo dei servizi professionali, o almeno così sembrerebbe.
di redazione
Intervista

Insularità, PNRR, fondi europei: il caso Sicilia

A più di un anno dall’introduzione nella nostra Costituzioni del principio di Insularità sono corrisposte politiche di sostegno e finanziamento delle attività necessarie a realizzare tale principio? Qual è l’incidenza dei fondi europei sulle attuali politiche di rigenerazione urbana e di sviluppo delle isole? Ne abbiamo parlato con chi ogni giorno deve confrontarsi con la gestione di una realtà complessa come quella della città di Catania: l’ingegner Biagio Bisignani, Direttore URB@MET.
di redazione
corse
Intervista

L’insularità possibile: il caso Corsica. Intervista a Marie-Antoinette Maupertuis, Presidente dell’Assemblea corsa

La Corsica è uno dei modelli europei in merito all’insularità e alle iniziative intraprese per favorire la coesione territoriale e l’autonomia fiscale necessaria per l’economia corsa, dinamica ma gravata da una “crescita depauperante”. Ne parliamo con l’Onorevole Marie-Antoinette Maupertuis, economista e Presidente dell’Assemblea della Corsica.
di Daniela Pappadà
corse
corse
Osservatori

Insularité possible: le cas de la Corse. Entretien avec Marie-Antoinette Maupertuis, Présidente de l’Assemblée de Corse

Insularité possible: entretien avec l’Honorable Marie-Antoniette Maupertuis, Presidente de l’Assemblee de Corse.
di Daniela Pappadà
corse
intelligenza
Intervista

Intelligenza artificiale e regole: serve un impegno dell’Unione sui diritti sostanziali

Intelligenza artificiale e diritto, ne parliamo con Giusella Finocchiaro, Professoressa ordinaria di diritto privato e diritto di Internet all’Università di Bologna. Per non cadere in un rischioso processo di “burocratizzazione digitale” bisogna partire da elementi culturali prima che giuridici, senza perdere di vista i princìpi.
di Massimiliano Cannata
intelligenza
Sicurezza

Tecnologia, sicurezza e istruzione: intervista a Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale

La tecnologia è entrata di forza nella scuola grazie alla DAD, che in pandemia ha permesso a milioni di studenti di seguire le lezioni da casa. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia in àmbito scolastico e formativo secondo la dott.ssa Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
di Massimiliano Cannata
scuole italiane
Immigrazione

Scuola e cittadini italiani di domani

La questione della presenza degli stranieri nelle scuole implica un’ambivalenza di obiettivi: migliorare la qualità dell’istruzione a prescindere dalla discendenza, oppure comprimere il diritto costituzionale all’apprendimento. La scuola deve avere una funzione di istruzione e integrazione sociale.
di Angelo Perrone*
scuole italiane
insularità
Intervista

Insularità e perifericità: costi e correttivi nell’intervista al Prof. Francesco Pigliaru

L’insularità si lega spesso all’idea di una compensazione economica, ma bisogna distinguere tra condizioni di prima e seconda natura legate all’insularità, come spiega il Prof. Francesco Pigliaru nell’intervista dedicata al tema delle isole e della continuità territoriale.
di redazione
insularità