Zes Unica del Mediterraneo, una sfida per sviluppo e sicurezza dell’area

zes unica

La Zes Unica rappresenta un’occasione fondamentale per collegare il Mezzogiorno al resto dell’Italia e all’Europa. Le prospettive di una Zona Economica Speciale che possa concedere al nostro Meridione una nuova possibilità di crescita sono il tema portante del convegno: “Zes Unica del Mediterraneo. Fattori socio-economici, logistici e geopolitici”, a cura dall’Eurispes in collaborazione con il Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero, Lions Clubs International e l’Universitas Mercatorum. Ha aperto il dibattito Giovanni Cannata, Rettore Universitas Mercatorum, che ha evidenziato l’attualità del tema dal punto di vista geopolitico. Nella sua relazione di apertura il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha offerto una prospettiva ampia e olistica, sottolineando come l’istituzione della Zes Unica necessiti di una visione e di una programmazione politica, «un ‘governo di sistema’ che, con un adeguato e innovativo impianto istituzionale, sia in grado di interagire in tutti gli àmbiti: ambientali, economici, sociali e culturali».

L’istituzione della Zes Unica implica una visione e una programmazione politica

L’intervento di Marco Rettighieri, Presidente di Webuild Italia e docente di Project management presso l’Università Luiss Business, ha evidenziato come «senza una rete infrastrutturale adeguata, la Zes non potrà dare i frutti sperati». È difficile infatti parlare di Zes ed aree industriali interne se non sono accompagnate da investimenti infrastrutturali terrestri che possano garantire al traffico marittimo un adeguato e funzionale prosieguo delle merci verso le destinazioni finali. Rettighieri ha poi posto l’accento sui recenti capovolgimenti geopolitici in atto a livello mondiale, fenomeni tanto complessi eppure difficilmente immaginabili fino a pochi anni fa. Il nostro Paese ha dunque la necessità prima di tutto di comprendere gli scenari internazionali di oggi, e dunque di agire concretamente per contrastare le derive future. Dario Lo Bosco, Presidente di Rete Ferroviaria Italiana e ordinario di Strade, Ferrovie e Aeroporti dell’Università Mediterranea, parlato dell’esperienza della Zes Unica come fattore determinante per poter realizzare, in un unicum gestionale del Sistema Paese, le reti di mobilità e di trasporto in chiave green, digitale, interconnessa favorendo le integrazioni con i sistemi nevralgici che sono i sistemi portuali e aeroportuali. Ferrovie dello Stato è infatti impegnata in questo momento in uno sforzo sinergico per fornire una rete infrastrutturale che possa supportare lo sviluppo della Zes Unica, con investimenti per oltre 130 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Il Presidente Nazionale Uniontrasporti, Ivo Blandina, è intervenuto nel dibattito lamentando lo stato di incertezza che vivono oggi gli imprenditori che intendono investire nelle Zes Unica, dovuto alla mancata emanazione dei decreti attuativi necessari al pieno funzionamento di queste aree.

La Zes può frenare la presenza di quei “localismi” dannosi per il Mezzogiorno

Marco Ricceri, Segretario generale dell’Eurispes, ha ricordato il paradosso secondo cui il Mediterraneo non è ancora un’area “riconosciuta” come unitaria e omogenea, persino secondo l’Onu. Sono inoltre intervenuti nel corso del dibattito Giovanni D’Alessandro, Ordinario di Diritto pubblico dell’Università Cusano, che ha ripercorso e delineato la natura giuridica delle Zes, e Francesco Fimmanò, Ordinario di Diritto commerciale della Universitas Mercatorum, che ha parlato della nuova Zes come strumento utile a scongiurare la produzione di quei “localismi” dannosi per il Mezzogiorno.

Badreddine Toukabri, Chairman of the Euro-Mediterranean Chamber for industry and enterprise, è intervenuto con un messaggio video in cui ha ripercorso l’organizzazione delle Zes tunisine, auspicando forme di collaborazione con la Zes Unica del Mezzogiorno italiana. Aldo Berlinguer, Presidente dell’Osservatorio Eurispes sull’Insularità e le aree interne, ha sottolineato, per far funzionare una Zes Unica, l’importanza di mettere «in dialogo le aree produttive» per avere un sistema integrato, senza rinunciare al patrimonio di esperienza acquisito finora con le Zes. Giovambattista Palumbo, Direttore dell’Osservatorio Eurispes sulle Politiche fiscali, ha posto l’accento sull’importanza delle filiere economiche connesse alla Zes poiché: «Il fine è quello di farne un player che possa competere con gli altri soggetti mondiali».

L’80% dei confini italiani sono marittimi, il mare è chiaramente una nostra priorità

Al convegno, moderato dal vicedirettore dell’AdnKronos, Fabio Insenga, hanno partecipato anche Salvo Iannì, Vicedirettore generale di “Distretto 108L”, Filly Auriemma, Presidente Lions Club Nola “Ottaviano Augusto”. A tirare le somme dell’incontro, Salvatore Napolitano, coordinatore del Forum Permanente del Mediterraneo Mar Nero, che ha ricordato come «l’80% dei confini italiani siano marittimi» e come la Zes si debba inserire in un contesto più ampio del Mediterraneo, caratterizzato anche dalla necessità di garantire la sicurezza come elemento imprescindibile di sviluppo. Infine, Angelo Caliendo, componente del Consiglio Direttivo dell’Eurispes, ha osservato come il dibattito sulla Zes Unica tra governo centrale e Regioni abbia spesso assunto il tono di una contesa calcistica, mentre occorrerebbe una unanimità di visione, insieme alla capacità di proiettarsi in un contesto più ampio e ragionare in termini di Euro-Mediterraneo. Infine, l’Avv.Caliendo, ha annunciato la nascita di un Laboratorio sulla Zes Unica su modello del Laboratorio Brics dell’Eurispes, un luogo aperto di confronto e di scambio tra esperti per monitorare l’andamento e i risultati ottenuti, suggerendo al Legislatore eventuali, possibili, migliorie da intraprendere.

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